E’ giunta la fine dell’anno. Come tutti gli anni della nostra storia ha in sè elementi buoni e meno buoni, gradevoli e meno. Il libro del Qoelet scrive “Una generazione va, una generazione viene ma la terra resta sempre la stessa”.
Dinnanzi alla conclusione di un anno come all’inizio di uno nuovo la Chiesa ci chiama a sostare dinanzi al Signore. Lui è il Signore della storia! Lui conduce la storia!
Dinanzi all’incedere del tempo possiamo pensare:
a. Che siamo alle prese con una concatenazione invincibili di cause brute cui seguono effetti inevitabili
b. Dio ha lasciato l’umanità dopo averla creata, una volta emancipata, perché percorresse il suo cammino verso una via di perfezione indefinita
c. Il cristianesimo nella storia è un incidente felice e benefico nel quale si manifesta l’azione di cause provvidenziali. (Cfr. GUERANGER, Il senso cristiano della storia)
Queste posizioni sono aberranti ma non possiamo negare che insidiano anche il nostro pensiero.
Il cristiano sà che il Figlio di Dio, fatto uomo è il re di questo mondo, che gli “è stato dato ogni potere in cielo e in terra”. Il cammino dell’uomo, il cammino della mia vita va verso di Lui. Dio è entrato nella storia e accompagna la mia storia. Certo, viviamo nell’attesa di conoscere “il senso ultimo dei tutta l’opera della creazione e di tutta l’Economia della salvezza, e comprenderemo le mirabili vie attraverso le quali la provvidenza di Dio avrà condotto ogni cosa verso il suo fine ultimo” (CCC 1040), ma nell’attesa di ciò, il cristiano è chiamato a guardare al passato, al presente e al futuro in ascolto del Vangelo e nel grembo materno della Chiesa. Solo così può creare qualcosa di bello nella sua vita e farne come diceva GPII un capolavoro incamminandosi verso il Regno di Dio a cui tende in pienezza.
Il Vangelo di Luca proclamato ci offre l’atteggiamento di Maria dinanzi a “tutte queste cose”. Non solo alcune, non solo quelle liete che hanno caratterizzato la vicenda umana del Signore e la sua esistenza ma tutte. Quelle in cui la presenza di Dio e la sua onnipotenza era chiara e quei momenti in cui è stato meno chiaro (pensiamo alla ricerca di un tetto, al rifiuto ricevuto in quella notte).
“Custodiva meditandole nel suo cuore”
Noi spesso siamo portati a voler cancellare alcuni eventi della vita o di cercare affannosamente il lieto fine che ne giustifica fatiche e difficoltà. Maria di fronte a “tutto” quello che accade “Syntereo”“custodisce, protegge, serbare in memoria” ne afferra il senso più autentico, ne coglie il giusto significato. Anche trattandosi di eventi straordinari che sfuggono alla ragione umana, e questo lo compie nel cuore, sede della riflessione e della decisione (Cfr. LANDI, Luca).
Siamo entrati nel tempo di Giubileo, nel tempo in cui siamo invitati a riscoprire l’amore di Dio, che non è aleatorio ma è concreto nella vita quotidiana, che attraversa i nostri passi che ci accompagna nel cammino. L’augurio più vero in questo anno non è quello di incontrare meno difficoltà ma di incrociare un volto, una presenza che è quella di Cristo “se dovessi camminare in una valle oscura, non temerei alcun male, perché tu sei con me. Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza”. Buon Anno.
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