Carissimi fratelli e sorelle in questa giornata contempliamo il Cuore Santissimo di Gesù. Questo vuole dirci che Gesù non è lontano dalla storia dell'umanità, non è lontano dalla mia storia. Il Cuore di Gesù messo al di fuori del suo petto dice che Lui nutre amore per noi, nutre amore per me. Riconosciamo che spesso questo amore diventa difficile sperimentarlo, diventa difficile vederlo. Riduciamo l'amore non al fatto che l'altro si adoperi per il nostro bene ma a quanto io ritengo bene per me. Con uno sguardo di fede ci rassicurano le parole di San Paolo “tutto concorre al bene di coloro che amano Dio” in questa frase c'è qualcosa di tremendo che può riguardare la nostra stessa vita. “Tutto” anche quello che è incomprensibile, anche quello che è difficile da accettare e da valutare come il bene per me “tutto concorre al bene di coloro che amano Dio” . San Paolo prosegue dicendo “amano Dio” ossia coloro che si mettono nella strada per amare Dio e amare come Dio ci ama. Carissimi questo non è semplice e non è neppure scontato ma è l'essenza del cristianesimo. Qui si vede quanto siamo cristiani. In questo questi giorni leggevo anzi rileggevo un libro scritto dal superiore della grande Certosa Francese, in cui ci sono uomini che si sono dati totalmente a Dio la cui prima loro occupazione sono tante ore di preghiera eppure alla domanda su cosa sia più difficile nella loro vita non esitano a rispondere: la preghiera. Ma se la preghiera è la prima difficoltà per loro che vivono di preghiera immaginiamoci cosa è per noi.
Una definizione consolante che danno di se stessi, questi monaci certosini, in cui li riconosciamo esperti amici intimi di Dio è questa: siamo cercatori di Dio in carne e ossa uomini in cerca di senso e di felicità. Loro sono cercatori di Dio e noi cosa potremmo dire di essere? Loro sono in cerca di un senso e di felicità e noi cosa potremmo dirci andare a cercare? Carissimi per poter pregare bisogna imparare e per imparare necessario andare a scuola, avere dei maestri.
Nella Storia spirituale della Chiesa l’apostolato della preghiera è stato scuola di preghiera avendo come modello il cuore di Gesù. Nell’apostolato Preghiera un tempo, ma anche oggi ci sono nove uffici o per usare un termine scolastico degli esercizi da compiere. Un tempo nella giornata del Sacro Cuore di Gesù questi esercizi venivano estratti da ciascuno dei componenti. Questi esercizi che propone l'apostolato della preghiera sono: 1.L’ adoratore; trova il fondamento nell’ imitare Gesù che adora. Nel capitolo quattro di Giovanni Gesù annuncia che il Padre è in cerca cerca di veri adoratori in spirito e verità. Tutti siamo stati creati per servire e lodare Dio. Siamo noi, chiamati all’adorazione del Padre in compagnia di Gesù. 2. Intercessori 3. Evangelizzatori, in quanto chiamati a recare il lieto annunzio. 4. Discepolo, colui che si mette nell'ascolto della Parola di Dio. 5. l'amato 6. il penitente 7. il compassionevole, chiamati a piangere con chi piange ma anche che sa ridere con chi ride e che felice con chi è felice. E’ strano notare che nel dolore diventiamo un pò di più compassionevoli più di quanto lo possiamo essere nel momento della gioia. Tutti fanno le condoglianze per un lutto, in pochi fanno gli auguri per una gioia.8. L'offerente, colui che offre sè stesso, seguendo la modalità tipica dell'Apostolato della preghiera che fa iniziare la giornata offrendo al Cuore di Gesù tutte le gioie e i dolori. 9. il cantore, colui che si unisce all'ufficio di lode a Dio.
Quest'anno mi voglio soffermare su due compiti particolari: l’ intercessore. La preghiera per essere cristiana ha una caratteristica, mai è egoista, non è mai solamente per me. Nella preghiera che ci ha insegnato Gesù possiamo notare questo, la richiesta è tutta al plurale: dacci non dammi, rimetti a noi non rimetti a me, non abbandonarci non non abbandonarmi. La pluralità non è solo nella richiesta è plurale anche il beneficio. Non può mai essere una preghiera cristiana se nell'intenzione c'è la richiesta di nuocere a qualcuno sia fisicamente che spiritualmente e questo sottolinea un'altro punto fondamentale di discernimento dinanzi ad alcune pratiche che stanno andando di nuovo di moda che si appellano addirittura cristiane, tradizionali sarde, dove nella cosidetta preghiera si invoca il beneficio per sè stessi e la maledizione per gli altri. Non è così che ci ha insegnato il signore nostro Gesù Cristo. Non è preghiera cristiana!
Il compito di intercessore, è primariamente di Gesù è Lui che intercede per noi, è lui il valido avvocato delle nostre preghiere ma Dio ci fa partecipi tutti della Sua intercessione. Alcune volte si chiede come mai se Dio conosce di cosa ho necessità perché glielo devo dire? Il Signore ci fa intercessori non solo per noi stessi ma anche per gli altri. Questo è peculiare nella vita del sacerdote. Oggi è la giornata sacerdotale per eccellenza. Carissimi, viviamo un tempo in cui c'è la penuria di sacerdoti, lo dico chiaramente, non deve preoccuparci per la mancanza di servizi ma per la mancanza di intercessione che sommamente viviamo nella Messa. Sono calate le Messe quindi è calata l'intercessione o meglio la partecipazione umana alla intercessione di Cristo. Padre Pio diceva che il mondo non si reggerebbe più senza la Messa.
L’ intercessione non è solo nei sacerdoti nel sacrificio della Santa Messa ma anche nella preghiera. (Pensiamo al mondo degli ospedali, i caposala erano le suore, ora non ci sono più! Dal punto di vista professionale sono state forse ben sostituite, ma cosa manca in quegli ospedali? Una cosa molto importante: la loro preghiera.)
Dio carissimi, non si stanca, nonostante tutto di chiamare uomini e donne, è certo chiama ciascun battezzato a intercedere per tutto il popolo. Carissimi, guardando la presenza delle nostre suore quest'oggi, possiamo chiederci qual è il servizio più importante che compiono? Quello indispensabile non è il lavoro con le nonne, potrebbero essere ben sostituite e forse con maggiore professionalità. Il servizio importante delle suore è la loro preghiera, attraverso l'orazione del breviario, preghiera della Chiesa che tutti ci unisce al Cuore Santissimo di Gesù assieme alla loro preghiera personale. Questa è la fiaccola che illumina, per questo le suore sono indispensabili. Questo il segreto della loro vocazione, sono chiamate innanzitutto al servizio di Dio e da esso scaturisce il servizio agli uomini.
Carissimi così noi tutti, la nostra preghiera e in modo particolare la preghiera di colui che è iscritto all'apostolato della preghiera ha una connotazione universale. Sull’esempio Abramo che implorava Dio per la salvezza di Sodoma e Gomorra, come ha fatto Mosè quando ha alzato le sue braccia perché il popolo ebraico potesse sconfiggere i filistei, come soprattutto ha fatto Cristo Gesù. Come ci raccomanda l'angelo della pace nella preghiera di Fatima: “Mio Dio, adoro, credo, spero e ti amo per coloro che non adorano, non credono, non sperano e non ti amano”. Nell'apostolato della preghiera è ancora più forte nell'unione alla preghiera del Papa che si apre ai bisogni universali.
Strettamente unito all'intercessione c'è il servizio del penitente. Riguardo alla penitenza pensiamo che riguardi solamente la propria vita personale, ho fatto la mia confessione, ho chiesto perdono dei miei peccati, ho fatto la mia penitenza…ma questo è solo un’aspetto, l'ufficio di penitente richiesto dal Cuore Sacratissimo di Gesù comporta l’accollarsi i peccati degli altri, chiediamo a Dio perdono per i peccati della nostra famiglia, per i peccati della Chiesa per i peccati del mondo intero.
Così hanno fatto i profeti, così ha fatto Gesù che è morto “giusto per gli ingiusti”. A tal proposito numerosi sono gli esempi dei santi che si sono offerti totalmente, addirittura con il corpo per i peccati dell’umanità. Pensiamo a Padre Pio e alle sue malattie misteriose, pensiamo ai sacrifici dei Pastorelli di Fatima che quando venivano scoperti a fare qualche sacrificio non esitavano a dire: E’ per i peccatori, è per la salvezza degli uomini.
Carissimi volgendo lo sguardo al Sacro Cuore di Gesù e al suo amore trovano pieno senso i nostri mali, le nostre contrarietà. Doniamole come atto d'amore. Un tempo venivano chiamati dai bambini i fioretti, agli adulti alcune volte rimangono le spine da vivere.
Carissimi viviamo insieme, qui ed oggi, il compito di intercessori per coloro che non pregano, non adorano, non amano. Prendiamo il compito di penitenti, penitenti coraggiosi che offrono al cuore di Gesù tutto come da Lui ricevuto. Tutte le contrarietà della vita, tutti i mali, tutti i dolori oggi li prendiamo direttamente dal cuore Santissimo di Gesù. Rimaniamo certo stupiti e forse un pò confusi dinanzi all’esempio di Gesù sulla croce. Ma vogliamo dire, sì, Signore ti vogliamo dire nonostante la nostra debolezza, nonostante la nostra pigrizia, nonostante la nostra paura, ti offro le gioie, ti offro le sofferenze della mia vita , le voglio oggi accettare dalle tue mani, dal tuo cuore, per la salvezza della mia anima e per la salvezza dell'anima del mondo intero.
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