10. SULLA MALDICENZA

 “Sottile morbo, ma grassa sanguisuga, nascosta e impercettibile, che consuma e succhia il sangue della carità; simulazione della carità, che insozza e appesantisce il cuore, e distrugge la purezza”, così viene descritta al X Capitolo la maldicenza che ci fa essere “perfidi censori delle azioni altrui”.

La maldicenza caratterizzata dal giudizio nei confronti dell’altro è per i padri un grave peccato perché prerogativa di Dio, a Lui solo è concesso giudicare perché eterno sapiente e solo nel conoscere profondamente il cuore dell’uomo.

Il peccato è una realtà complessa nel suo insieme in cui si ha il difficile discernimento da quello che è la libertà personale all’azione del diavolo. La colpa per il peccato non va a chi commette il peccato ma al demone che suggerisce il peccato.

Nella maldicenza non sarà da imputare la colpa a colui che la commette ma al demone. La battaglia nel peccato è contro il demonio e non contro il peccatore per cui fare penitenza e chiedere misericordia.

Nella carità vicendevole si è chiamati a rimproverare colui che parla male del prossimo “smettila, fratello! Io cado ogni giorno in peccati ben più gravi, e come posso condannare quello là!”. Accento particolare dei padri non è posto sui peccati, quanto grandi per numero e gravità siano, ma sulla penitenza per essi stessi. Riconoscono il fatto che il peccato è spesso manifesto, anche se possiamo essere ingannati “Non condannare, neanche se vedi qualche peccato con i tuoi occhi, perché spesso si sono ingannati” mentre la penitenza ha sempre un carattere segreto, compiuta nel nascondimento. Il giudizio diventerebbe avventato proprio perché del fratello ne conosciamo il peccato ma ignoriamo tanto spesso le sue penitenze che potrebbero essere maggiori delle nostre e quindi maggiore la sua giustificazione davanti a Dio. La maldicenza si annida nel cuore, per estirparla è necessario togliere il “velo dell’amore di sé” che non permette di vedere i propri peccati o di considerarli meno gravi di quelli che compiono gli altri. 

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