OMELIA DEL GIORNO DI NATALE 2021

 


In questo giorno di Natale la liturgia ci fa leggere il prologo di Giovanni, un antico canto della prima Chiesa, è stato scritto non per essere letto ma per essere cantato, qualcuno avanza l’ipotesi che era un testo che veniva cantato all’inizio della liturgia. E’ come un compendio della vita di Cristo.

Ci sono due temi fondamentali il rapporto tenebra e luce. E il tema della accoglienza e non accoglienza.

 “Il mondo non lo ha riconosciuto”

“I suoi non lo hanno accolto”

Sembra impossibile ma questo bambino che è nato può non diventare così incisivo nella nostra vita. Può passare un altro Natale come tutti gli altri! Cristo è una luce forte capace di vincere ogni tenebre e allo stesso tempo rivestito di umiltà che per essere accolto ha necessità del nostro “si” personale.

Dire quel “si” mi mette in cammino, per vedere, contemplare e seguire il bambino che ci è stato dato capace di rischiarare le mie tenebre, le nostre tenebre. Ma seguire significa credere in Lui che cioè imitandolo ho salva la vita. Sono più uomo, più donna, più me stesso. Ma esiste un terribile pericolo, quello di non riconoscerlo, di non trovarlo perché cercato in luoghi sbagliati.

“Il Verbo si è fatto carne”. Dio si fa vedere, posso fare esperienza della Sua presenza. Ecco l’annunzio del Natale! Egli parla in modo che io capisca che tu capisca, affinché possiamo conoscerlo e quindi amarlo. Un linguaggio che necessita l’apertura del cuore, che si avvolge del silenzio della contemplazione.

Signore fa che ti riconosciamo! Fa che ti cerchiamo anche nei luoghi dove mai ti abbiamo cercato, fa che ti possiamo accogliere. E’ la preghiera di Padre Charles de Foucault che passò anni della sua vita chiuso in una piccola stanza, solo dinanzi al tabernacolo, arrivando a grandi altezze spirituali, era veramente un grande amico del Signore. Ma lui stesso pregava “Fa che ti riconosca, che ti possa amare sempre più”. C’è il pericolo di non riconoscerlo, c’è il pericolo di essere fra i suoi e non accoglierlo! Che il Signore ci preservi da questo pericolo!

  Il Vangelo proclamato parla della battaglia tra luce e tenebre ma anche del risultato finale “non l’hanno vinta” ma spesso nella nostra vita le tenebre sembrano vincere nei confronti della luce, sembra che quel salvatore non è così potente. In questo vediamo rivelato l’amore di Dio. Non nella potenza di un grande sovrano nato in un palazzo ma di un bambino avvolto in fasce e deposto in una mangiatoia. Dio scende nell’umiltà della nostra casa, non teme di sporcarsi bussando al nostro cuore. San Girolamo scrive “Egli non nasce fra oro e ricchezza ma in mezzo al letame di una stalla dove si erano accumulati i nostri peccati più sordidi” Ecco la salvezza! Chi mi avrebbe guardato nella mia miseria più profonda se non Dio? Questo è Natale! Scoprirsi cercati da Dio, anche in mezzo alle sporcizie, anche negli inferi della nostra vita e farsi amare da Dio che spogliò se stesso. Dovrebbero le nostre lacrime sgorgare dai nostri occhi per questo grande amore, dovrebbe il cuore traboccare di gioia. Ma ci rendiamo conto di esserne incapaci, allora siamo qui a presentare al Signore la nostra incapacità a sussurrare le nostre deboli preghiere e porci in ginocchio in atto di adorazione. Grazie Gesù.

Commenti