“Beati i perseguitati a causa della giustizia perché di essi il regno dei cieli

 



 

Per la seconda volta il tema della giustizia appare nel discorso delle Beatitudini. La giustizia è un bene fondamentale per l’uomo, la sua mancanza è paragonata da Gesù alla fame e alla sete. Le beatitudini indicano la strada percorsa da Gesù, riassunto eccellente della Sua opera per la nostra salvezza. Nella stessa esperienza della Croce vediamo cosa l’ ingiustizia provoca: “Giusto per gli ingiusti per ricondurci a Dio” (1Pt3). Le persecuzioni e l’odio sono sempre un mistero che coinvolge e sconvolge l’esistenza umana, soprattutto quando è dolore innocente.

La persecuzione a causa della giustizia è un paradosso in quanto la giustizia “verso gli uomini dispone a rispettare i diritti di ciascuno e a stabilire nelle relazioni umane l’armonia che promuove l’equità nei confronti delle persone e del bene comune” (CCC 1807). Paradosso messo in atto dal peccato che stravolge la comunione d’amore stabilita da Cristo. Seguire la giustizia esige di entrare nella vita nuova di Cristo, purificata dalla Sua Croce, percepire il dono espresso nelle beatitudini come “vocazione dei fedeli associati alla gloria della sua passione e della sua resurrezione” (CCC 1717). La beatitudine evangelica se da un lato ci invita a scelte morali decisive e a purificare il cuore verso ciò che è il vero bene anche se rimane non pienamente comprensibile, ma è anche dono gratuito di Dio verso colui che lo cerca con un cuore sincero.

Tanti esempi di uomini che hanno dato la vita seguendo la via evangelica della giustizia, non ultimo il giudice Beato Rosario Livatino. Nell’agenda di Livatino del 1978 c’è un’invocazione sulla sua professione di magistrato, datata 18 luglio, che suona come consacrazione di una vita: “Oggi ho prestato giuramento: da oggi sono in magistratura. Che Iddio mi accompagni e mi aiuti a rispettare il giuramento e a comportarmi nel modo che l’educazione, che i miei genitori mi hanno impartito, esige”. Fede e diritto, come Livatino spiegò in una conferenza tenuta a Canicattì nell’aprile 1986 ad un gruppo culturale cristiano, sono due realtà “continuamente interdipendenti fra loro, sono continuamente in reciproco contatto, quotidianamente sottoposte ad un confronto a volte armonioso, a volte lacerante, ma sempre vitale, sempre indispensabile”. Rosario Livatino fu ucciso, in un agguato mafioso, la mattina del 21 settembre ’90 sul viadotto Gasena lungo la SS 640 Agrigento-Caltanissetta mentre, senza scorta e con la sua auto, si recava in Tribunale(www.centrostudilivatino.it). Di fronte a questi esempi dovremmo fermarci e chiederci quale spazio diamo alla giustizia che Gesù chiama beata e che ricompensa donando lo stesso regno dei cieli.

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