“Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio

 


Questa beatitudine mette in risalto la pace come attributo che ci fa somigliare a Dio. Se ci pensiamo bene la pace è il bene più invocato e desiderato dal cuore dell’uomo. Nella Sacra Scrittura la pace viene presentata come frutto e segno della giustizia. L’ingiustizia provoca sempre una compromissione della pace. Dio si costituisce giudice di pace che dona la Sua legge piena nella giustizia per trovare la pace. In Cristo tutto ciò che viene annunciato dai profeti e dai sapienti diventa realtà, si fa concreto. La pace è il primo dono di Gesù ai suoi apostoli dopo la sua resurrezione. La pace donata da Gesù risorto non è frutto del sentimento ma della Sua morte in Croce, nella Croce infatti trova pieno significato la riconciliazione operata da Cristo con le sue sofferenze. Con il peccato l’uomo si nasconde e continua a nascondersi non tanto da Dio, in fondo sappiamo che non possiamo sfuggire dal suo sguardo, ma l’uomo si nasconde da se stesso e dalla relazione con l’altro. La mancanza della pace è privazione di relazione con se stessi, con gli altri e con Dio al cui sguardo tolgo il mio sguardo.

La pace piena non nasce solamente dalla mancanza della giustizia ma alla base della pace ci sono il perdono e la riconciliazione. Vi sono l’accettazione e il superamento della debolezza altrui per poterlo ri-accogliere. Essere operatore di pace significa percorrere la strada percorsa da Cristo, farsi plasmare dalla redenzione di Gesù, lasciarsi liberare nell’affidarsi totalmente a Dio, nel mettersi nel cammino della partecipazione piena alla Sua beatitudine. La pace è allora una delle “cose di lassù”, non in quanto distanti ma attuabili solamente se mi appoggio a Dio, se mi fido della sua Parola. San Francesco avverte la difficoltà dell’essere pienamente strumento della Pace e compone una preghiera, frutto della sua unione con il Signore, un messaggio, un invito per tutti noi:

Signore fa di me uno strumento

della Tua pace, del Tuo amore.

Signore fa di me uno strumento

della Tua pace, del Tuo amore.

Dove c’è l’odio, ch’io porti l’amore,

dov’è l’offesa, ch’io porti il perdono.

Dov’è tristezza, ch’io porti la gioia,

dov’è l’errore, ch’io porti la verità.


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