BEATI QUELLI CHE HANNO FAME E SETE DELLA GIUSTIZIA PERCHE' SARANNO SAZIATI

 


A chi non è mai capitato di subire un’ingiustizia nella vita? Penso a nessuno. La nostra realtà appare quasi invischiata nell’ingiustizia più assoluta. Immersi in un marasma di leggi che spesso sembrano contraddirsi, di persone che per prevalere sono disposte a tutto e che per il tornaconto personale sono pronte a infangare il prossimo.

In questo clima si comprende che le beatitudini sono rivolte a ciascun uomo. Nelle beatitudini scopriamo la cura di Dio per l’uomo concreto. La non applicazione della giustizia provoca nel cuore umano una sorta di tormento e di inquietudini. Gesù ne parla con la similitudine di “fame e sete”. Non vi è nessuna cosa che smuove l’uomo alla protesta tanto quanto la penuria di cibo. Una volta parlando con una donna che aveva subito una grande ingiustizia mi disse “mi sento svuotata” niente di più vero.

Nella Sacra Scrittura la giustizia è una prerogativa di Dio. I primi a essere difesi sono coloro che non avevano diritto neppure a una difesa e i cui diritti erano calpestati: l’orfano, la vedova, il rifugiato. La giustizia è segno dell’amore e della cura di Dio. In ogni intervento Dio agisce con giustizia ossia fedele alla sua legge e alla salvezza che propone all’uomo. La giustizia allora non è solamente assicurare che a ciascuno sia dato ciò che gli spetta, ma che riceva ciò che gli serve per realizzare nella propria vita il massimo di ciò che è la vera giustizia ossia la volontà di Dio.

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