DOVE IL PRINCIPE DI QUESTO MONDO NON TROVA NULLA

 



“Beati i poveri, perché di essi è il regno dei cieli”

 La prima beatitudine pronunciata da Gesù provoca un certo sconcerto. Gesù non canonizza la povertà che invece deve trovare rimedio soprattutto se frutto di forme di ingiustizia e distribuzione errata dei beni che hanno poco di evangelico e di umano. 

La beatitudine è nell’ ottenere il Regno dei cieli, ma ciò è riservato ai poveri. Il rapporto tra ricchezza e Vangelo è sempre stato uno dei punti più dibattuti, Gesù afferma quanto difficilmente un ricco entra nel regno dei cieli. Nelle Sacre Scritture si raccomanda di non attaccare il cuore alla ricchezza. La ricchezza rischia di occupare il pensiero e di chiude alle necessità dei fratelli; è capace di bloccare lo stesso incontro con il Signore come avvenne per quel giovane che se ne va via triste perché aveva molti beni.

Non è forse vero che per far muovere o smuovere qualcuno i soldi sono un’arma vincente? Dobbiamo umilmente sincerarci di questo. Non c’è attrazione più forte del denaro e del possedere. Perché esso dà l’illusione di ricevere sicurezza e tranquillità. Tutti pensiamo che qualche migliaia di euro potrebbero risolvere i problemi della nostra vita.

Nel nostro tempo l’attenzione al povero riacquista la centralità nella predicazione di Papa Francesco, quasi un debito personale nei confronti del poverello d’Assisi del quale porta il nome.

Nel frate d’Assisi non solo i cristiani ma tutti nel mondo riconosciamo la santità che viene dalla povertà stretta dell’abbandonare ogni cosa per servire Dio solo.

E’ realmente povero chi ha invocato il Signore: chi è povero di ogni colpa, di vizi, nel quale il principe di questo mondo non trova nulla, nella cui vita emula quel Povero il quale essendo ricco si è fatto povero per noi, Cristo Gesù (S. Ambrogio). Questa vera povertà non nasce da ideali di giustizia sociale ma parte dal cuore del rapporto con il Signore. Se la povertà è la via per la beatitudine è allora necessario che tutti possano percorrerla. Sarà frutto della comunione con il Signore scoprire come possa ciascuno di noi seguire questa strada che ci conduce alla beatitudine.

 

 

 

 

 

 


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