Siamo arrivati alla celebrazione della Domenica delle Palme, inizio
della Settimana Santa. La liturgia è caratterizzata da due eventi che portano
con se due atteggiamenti differenti. Da una parte la grande celebrazione
dell’ingresso di Gesù nella Città Santa con l’acclamazione “Osanna! Benedetto
colui che viene nel nome del Signore” dall’altra il grido di quella stessa
folla “Crocifiggilo, Crocifiggilo”. Ci sconvolge il fatto che non solo la folla
compie questo cambio di umore, di sentimento, di modo di vedere le cose ma gli
stessi apostoli passano dal preparare con entusiasmo e gioia l’ingresso di Gesù
al fuggire, al venderlo, al rinnegarlo e lasciarlo solo appeso alla croce. La
celebrazione di oggi rivela l’instabilità del cuore dell’uomo, del mio cuore.
L’uomo sembra incapace non solo di amare Dio, di riconoscerlo, ma addirittura
si rende capace di odiarlo. Anche io spesso crocifiggo Gesù nella mia vita ogni
qualvolta chiudo l’orecchio alla sua parola ogni qualvolta mi allontano dalla
carità, ogni qualvolta non vivo il Vangelo. Ma che fa Dio di fronte al rifiuto
degli uomini, che fa Dio di fronte al mio rifiuto, alla mia incertezza, alla
mia incredulità, alla mia falsità? Risponde con l’amore. E cosa è l’amore? Una
parola tanto usata e abusata nella nostra società tanto da indicare
atteggiamenti che molte volte non hanno nulla a che fare con l’amore. San Paolo
nella lettera ai Filippesi ci dice quale è il vero amore, come Cristo mi ama: “umiliò
se stesso facendosi obbediente fino alla morte a una morte di croce”. Sì!
L’amore vero si fonda sull’umiliazione, sull’abbassamento di se stessi perché
l’altro trionfi. Sono testimoni di questo tante mamme che per la gioia dei loro
figli fanno tanti sacrifici. L’amore vero si fonda sull’obbedienza filiale alla
volontà di Dio, e non ai giochi di potere, agli accordi umani, o alle seguire
il proprio piacere o il proprio gusto o il tornaconto personale magari anche a
discapito dell’altro. Tutto ciò che non corrisponde all’obbedienza a Dio non è
amore e distrugge l’uomo. Non è amore e mi distrugge. Se potessimo comprendere
questo, se potessimo avere il coraggio di guardare alla sporcizia che c’è nel
nostro cuore con lealtà e verità. Sporcizia di interesse, sporcizia di
guadagnare su tutto: denaro, approvazione, stima. Se riuscissimo a purificare
il nostro cuore per non aver paura di quella volontà di Dio che si incarna
continuamente nella nostra vita. Entrare a Gerusalemme significa questo:
guardare al mio cuore, guardare la sua povertà e chiedere al Signore ancora una
volta un supplemento del Suo amore.” Dentro le tue piaghe dammi rifugio”,
Carissimi siano le piaghe di Gesù il nostro rifugio, siano esse la spinta per
essere sempre più generosi nei confronti di Dio e nei confronti del prossimo,
siano le piaghe di Gesù a darci nuova forza per vivere nel servizio del
prossimo, nella nostra famiglia, nel nostro lavoro, nella scuola. Noi come
cristiani seguiamo un servo la cui unica ricchezza sta nell’obbedienza al Padre,
la cui forza sta nella salvezza dell’umanità nella mia salvezza attraverso la
croce.
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