LE DUE SORELLE

 

Questa settimana analizziamo due vizi che possiamo definire “le due sorelle”, la GOLA e la LUSSURIA. Anche la gola e la lussuria partono da presupposti buoni e necessari per la nostra vita. E’ necessario ed è bene cibarci e ugualmente vivere la nostra sessualità come capacità di affettività donata agli altri. Come le malattie fisiche attaccano e indeboliscono il corpo così le malattie dello spirito attaccano l’uomo e indeboliscono il suo Principio e Fondamento per il quale è creato per servire e riverire Dio e usare le cose del mondo nella misura in cui lo conducono al proprio fine. Il fine dell’uomo è la vita in Cristo, in Lui solo può trovare pieno compimento. I vizi provocano un offuscamento del fine. Del vizio della gola i padri del deserto ne distinguevano due grandi pericoli: il primo riguarda la qualità dei cibi, che consiste nel disprezzare i piatti meno gustosi nella ricerca di quelli più succulenti. Per il cristiano ciò che è nella sua tavola è dono di Dio sempre e comunque. Disprezzare il cibo è disprezzare la stessa bontà di Dio oltre che chiudersi nei confronti di chi ha meno di noi. Il secondo pericolo consiste nell’abuso della quantità, San Benedetto prescriveva ai suoi monaci di alzarsi da tavola con ancora un pò di fame. In questo caso il fine del mangiare e del bere non sta più nel sostentamento, ma sul piacere che provoca l’avere la pancia piena, oltre all’offuscamento del pensiero e della stessa personalità che provoca l’eccesso del bere.

 La lussuria si comporta nello stesso modo, ha come punto di forza il piacere che provoca nell’esercizio. La sessualità, essa stessa chiamata alla santificazione come tutte le altre funzioni dell’esistenza umana, ne resta privata quando il suo fine non è il bene dell’altro ma il proprio piacere e compiacimento. La sessualità esercita un'influenza su tutti gli aspetti della persona umana, nell'unità del suo corpo e della sua anima. Essa concerne particolarmente l'affettività, la capacità di amare e di procreare, e, in un modo più generale, l'attitudine a intrecciare rapporti di comunione con altri. Il vizio della lussuria infetta il cuore, e da esso la relazionalità che porta a una deformazione su chi è l’altro fino a non riconoscerlo come persona ma come cosa a proprio uso e consumo. San Agostino per dare una dritta su questo genere di atti adotta due consigli: il primo sta nel verificare se gli atti e\o pensieri che compio piacciono a Dio, quindi se non sono proibiti dalla sua legge, il secondo se sono compiuti con il cuore. Spesso la lussuria appare come un vizio “privato”, senza grandi conseguenze sociali e nella vita personale. I vizi amano nascondersi, non farsi vedere, anche se spesso questi si rivelano in grandi scandali nella vita pubblica. Sono tanti e numerosi i mali fisici e relazionali che si creano nel cattivo uso del cibo, del bere e della propria sessualità, essi indeboliscono la nostra capacità di relazione con Dio, con il prossimo e intaccano con le loro insidie soprattutto la nostra anima.

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