Una tradizione molto sentita in
Sardegna è l’accensione e la benedizione al Vespro della festa di alcuni santi di
un fuoco. Sant’Antonio, San Sebastiano, San Vincenzo, San Nicola, San Giovanni
sono solamente alcuni dei santi per cui si usa farlo. La vita del cristiano è
accompagnata dai Sacramenti che lo uniscono all’Amore di Dio (Grazia) e che
scandiscono la sua esistenza. Per accompagnare la vita dei fedeli ulteriormente
la Chiesa istituisce i Sacramentali: “Segni sacri per mezzo dei quali, con una
certa imitazione dei sacramenti, sono significati e, per impetrazione della
Chiesa, vengono ottenuti effetti soprattutto spirituali. Per mezzo di essi gli
uomini vengono disposti a ricevere l’effetto principale dei sacramenti e
vengono santificate le varie circostanze della vita”, fra i sacramentali vi sono
le benedizioni, le più importanti vengono riferite alle persone ma vi sono
anche benedizioni per le cose e per gli eventi. La benedizione ha in sé due
caratteri:1. La lode di Dio, 2. La preghiera per ottenere da Dio i suoi doni. In
questa invocazione di lode e di intercessione riconoscendo la povertà della
nostra preghiera facciamo ricorso all’aiuto dei santi. Il fuoco, elemento materiale
della benedizione, riporta alla mente numerosi passi biblici, compiendo in tale
momento non solo la lode e la supplica, ma anche un’importante opportunità di
evangelizzazione. Il fuoco ben ricorda eventi importanti della nostra fede,
solamente per citarne alcuni: ad iniziare dalle prime manifestazioni di Dio, ad
Abramo che dubita (Gn.15,17) e a Mosé sotto la forma del Roveto ardente (Es.3,2),
ci ricorda la presenza di Dio in mezzo alle offerte (Ez.22,17), ci rimanda alla
colonna di fuoco con cui Dio difese il popolo ebraico, ricorda altresì l’esperienza
profetica di Elia (2Re2,11), il battesimo predicato da Giovanni Battista in Spirito
Santo e fuoco (Mc.1,14), l’opera di Cristo, venuto a portare il fuoco sulla
terra (Lc.12,49), non per ultimo il dono dello Spirito Santo (At.2,3). Allora è
giusto e doveroso cercare anche in questo tempo di richiamare alla nostra mente
e al nostro cuore questo momento di fede che viene anche espresso dalla
fraternità nel condividere il pasto della serata. In questo tempo in cui la Chiesa
si pone tante domande sulla nuova evangelizzazione c’è da chiedersi se non
basti una semplice rispolverata a ciò che già abbiamo davanti agli occhi.
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