La tentazione più grande ascoltando il brano del Vangelo di questa Domenica
è quella di identificarci con la situazione interiore dolorosa che vivono i
discepoli di Emmaus, in cui la sfiducia sembra avere la meglio. Ci dice
l’evangelista Giovanni che
“Gesù in
persona si avvicinò e camminava con loro”.
“Gesù si avvicinò” ci fa
intendere che in un primo momento li aveva seguiti tenendo le distanze forse
addirittura da quando si erano allontanati da Gerusalemme. E qui vi è un
principio fondamentale della nostra fede: il Signore mai ci lascia, siamo noi
spesso a non sentirci seguiti.
“Gesù si avvicinò e camminava
con loro”. Bellissima questa scena, Gesù entra nel loro cammino ma lascia
quasi a loro la libertà di continuare a camminare senza che si possano
accorgere della Sua presenza. I discepoli continuano a camminare distratti dai
loro discorsi, seppur buoni… e quasi non danno importanza alla presenza di
Gesù. Parlano di Gesù ma non sono con Gesù. Eppure Lui è lì presente. Quante
volte capita anche a noi! In questo Gesù è presente ma è silenzioso. Il Signore
ama il silenzio. Lo ha sempre amato, nella sua vita pubblica Gesù si ritirava in
luoghi solitari per pregare. Da sempre chi voleva incontrare Dio doveva
ritirarsi nel silenzio: Sant’Antonio Abate, il padre del monachesimo, lo cerca
nel deserto di Tebe. San Benedetto da Norcia, patrono d’Europa, si ritira nelle
campagne di Roma presso Subiaco. San Francesco avverte nella sua vita la
necessità di ritirarsi spesso in luoghi solitari. Anche i santi contemporanei
cercano il silenzio per trovare Dio. Don Tonino bello si faceva rinchiudere
nella sua Cattedrale e in quel silenzio incontrava Dio. Madre Teresa di
Calcutta nella sua regola preserva il lunedì dall’opera attiva della carità per
assicurare una giornata di deserto per poter incontrare Dio.
“I loro occhi erano impediti a
riconoscerlo”. E’ la stessa difficoltà della Maddalena che addirittura
scambiò Gesù per l’ortolano. È possibile non riconoscere un amico quando lo si
incontra? È possibile quando si ha il cuore bloccato. Quando il cuore è
bloccato neppure gli occhi corporali funzionano. Capita agli sposi, quando vi è
l’amore si riconosce in colui che si ama la fonte della gioia. Ma quando questo
viene coperto da egoismi colui che prima era amato può diventare uno
sconosciuto. Il Signore Gesù guarisce il cuore dei discepoli di Emmaus. Il loro
cuore è stato ferito dall’aver visto l’impotenza di Dio. Gesù guarisce
attraverso due “pastiglie”: la Parola di Dio “spiegò loro le Scritture” e l’Eucarestia “prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro”.
Per poter incontrare Dio ho bisogno della Parola e dell’Eucaristia. Il Vangelo di
questa domenica ci dona un buon piano di vita spirituale:
1. Entra nel silenzio: cerca sia
quello esteriore che interiore, cerca di far parlare Lui
2. Incontrati e scontrati con la
Sua Parola Viva nel Vangelo
3. Cibati quanto più spesso del
Suo Corpo nell’ Eucarestia.
“Fecero ritorno a Gerusalemme… narravano ciò che era accaduto lungo la
via e come lo avevano riconosciuto nello spezzare il pane” e il mio ritorno
perché non avviene?
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