APRIRE AL SILENZIO...


LETTERA PER LA V DOMENICA DI QUARESIMA.
Carissimi,
 questa Domenica, nel Vangelo viene proclamato uno dei miracoli più eclatanti di Gesù. La resurrezione dell’amico Lazzaro. È un fatto certamente straordinario, se infatti notiamo nel Vangelo sono narrati solamente tre miracoli di resurrezione fisica. Gesù resuscita il figlio della vedova di Nain, mosso dalla compassione per la tristezza di una madre rimasta sola. Resuscita la figlia di Giairo, capo della sinagoga per le sue insistenti preghiere.
Il Vangelo di oggi è ricco di spunti per la nostra fede, anche per il momento che stiamo vivendo. Ci colpisce la fede delle due sorelle Marta e Maria. Quando si accorgono che il loro fratello e ammalato prontamente cercano Gesù. Si mettono in aspettativa di un intervento di Gesù. Le due sorelle “giocano la carta” affettiva, mandano un messaggero a dire a Gesù che è ammalato  “colui che ami”. Straordinario, conoscono Gesù e sanno che il Signore è capace di commuoversi che la sua azione è spesso mossa dalla compassione dell’amore.
L’atteggiamento di Gesù ci sorprende perché anziché precipitarsi verso la casa dell’amico aspetta ancora qualche giorno. Gesù arriva a Betania sembrerebbe troppo tardi. Lazzaro è già morto. I nostri tempi, come i tempi di Marta e Maria non sempre corrispondono con i tempi di Dio! Nonostante tutto la fede di Marta e Maria non viene meno. Hanno bisogno di Gesù. Marta, appena sente che Gesù sta arrivando corre verso di lui rivolgendogli una supplica che sa di rimprovero. Quello che ha pensato non può rimanere non detto, ha confidenza con Gesù, a Lui può dire tutto. Anche Maria, dopo che Gesù l’ha fatta chiamare, Maria per muoversi ha bisogno di sentire la voce del Signore, si alza in fretta e va verso di Gesù. Maria sembra avere più pazienza nell’attendere l’ora di Dio, tuttavia si rivolge verso Gesù con le stesse parole di Marta “se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto”. Questo rimprovero ha il gusto anche della fede, nella certezza che dove è presente Gesù nulla può accadere di male. Gesù coglie il fatto della morte di Lazzaro per approfondire e rinsaldare la fede di Marta e Maria, e anche la nostra. In quell'occasione a Betania Gesù si rivela come la Via, la Verità, la Vita. Interessante notare che Gesù non dice io sono colui che dà la vita, colui che indica la via, neppure colui che annunzia la verità. Gesù annunzia tramite Marta e Maria che Lui “è” la Via, la Verità, la Vita.
Stiamo attraversando momenti difficili, anche di paura ma il cristiano è certamente chiamato a cercare la presenza di Gesù. Sono convinto che il Signore si sta occupando di noi. Non dimentichiamoci che è onnipotente, e quindi potrebbe far cessare da un momento all’altro questa epidemia. Ma l’agire del Signore il più delle volte è silenzioso, non ama mettersi in mostra. Mi risuona nella mente che Egli si rivela nella leggera brezza e nel libro dell’Apocalisse si presenta come colui che sta alla porta e bussa. Perché sta alla porta e bussa? Non potrebbe aprire? Non potrebbe sfondare quella porta? No, il Signore aspetta che gli venga aperta.
 L’esperienza della resurrezione di Lazzaro ha edificato, potremmo dire potenziato la fede di Marta e Maria e anche quella di Lazzaro non dimentichiamoci morì martire per l’annunzio del Vangelo.
Carissimi, ravviviamo la fede, non stanchiamoci di aspettare il Signore, di corrergli incontro come Marta. Apriamogli le porte per farci dire cosa dobbiamo fare. Poniamo ascolto come Maria all’invito del maestro. Chiediamoci pure, sembra un po’ assurda come domanda: perché dovrebbe finire questa pandemia? Chiediamocelo per la nostra vita. Deve finire per riacquistare la libertà? Per evitare un tracollo economico? Perché possiamo dire che siamo stati più forti? Per tornare alla vita di prima? Forse se sono questi motivi a poco sarà servita questa prova. Pensiamo a tutte le volte che nella nostra vita siamo stati simili a questo virus, seminatori di morte, con parole, giudizi, distanze. Pensiamo a quelle persone a cui abbiamo rifiutato un saluto, un abbraccio, una stretta di mano, una parola di conforto. State tranquilli, questa prova passerà. Che cosa mi avrà insegnato? In che cosa riuscirà a cambiarmi nel rapporto con gli altri? Cosa del mio rapporto con Dio avrà fatto maturare?                                                                                           
 Vi benedico. Don Fabrizio Deidda.

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