L’Avvento è il tempo dell’attesa.
Un periodo fondamentale che descrive l’atteggiamento del cristiano. Mentre le
strade si riempiono di luci e gli scafali dei supermercati di panettoni e
pandori la Chiesa invita a soffermarsi. Attendere è l’atteggiamento principale
del cristiano. L’attesa non è noiosa, non è stressante se si aspetta una
persona importante. Solo così il tempo che ci separa all’incontro diventa
preparazione, diviene necessario, importante.
Aspetta solo colui che ha la
certezza di dell’Incontro. Fare memoria della natività di Gesù ci ricorda che
Dio non ha schifo dell’umano, non prova ribrezzo per me, per la mia famiglia.
Il Natale a cui ci prepariamo è veramente l’incontro con la Misericordia.
Non è il caso di dire “ passerò più tardi … passerò domani”, la
salvezza di Dio si concretizza nell’oggi della nostra vita. Canteremo il giorno
di natale “Hodie “ “Oggi” Cristo è nato. Nel mio oggi il
Signore mi viene incontro. Nella mia giornata Cristo mi salva.

Ma come si attende il Signore,
come ci si prepara all’Incontro con Lui?
Pregando … che non significa solo
la preghiera vocale ma veramente entrando nell’atteggiamento della preghiera
che è dialogo e presenza di Dio nella nostra vita.
Vivere come se Lui, il Signore
Gesù, mi vedesse e Lui nella realtà è presente.
Nel vangelo lo sconvolgimento della natura e del mondo
mette paura fino a far morire ma la presenza del Figlio dell’uomo è il segno di
consolazione per il credente. Ecco il segno della speranza … attendiamo colui
che sovrasta tutto ciò che è devastante, tutto ciò che conduce e si nutre di
morte … per portare la vita.
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