OLTRE LA TRISTEZZA


Consolate, consolate il mio popolo”, l’invito di Dio tramite il profeta Isaia lo sento particolarmente presente nel mio ministero. Posso dire che lo caratterizza. Quante volte l’ho sperimentato nel sacramento della confessione e nel dialogo personale con tanti che ho incontrato nel mio cammino sacerdotale. E’ realmente esaltante mettersi a fianco alle persone ed essere segno di consolazione, segno della presenza di Dio.

Spesso si ha la tentazione che la consolazione si possa trovare altrove ma solamente quando ci si mette in ricerca del Signore che “si fa trovare da chiunque lo cerca” si trova la consolazione vera. E’ esaltante sentire spesso il “grazie di avermi fatto incontrare il Signore” e vedere stampato nel viso delle persone il sorriso e la serenità dopo che hanno varcato la soglia del tuo ufficio con il muso lungo e magari con le lacrime agli occhi.

Se c’è un male che rode nel cuore dell’uomo in questo secolo è sicuramente la tristezza, per la spiritualità ortodossa è il più grave dei peccati e il più difficile da combattere. Esso toglie la pace del cuore e toglie le energie della vita.

Il natale che ci porta a contemplare la nascita di Gesù deve infondere nel nostro cuore la voglia e il coraggio di rinascere. Di far rinascere la vocazione matrimoniale, la vocazione di madre o padre, la vocazione sacerdotale, la vocazione speciale consacrazione. Deve consentirci di “risentirci vivere” di credere realmente alla vita, alla nostra vita quotidiana a quella che viviamo ogni giorno.

Ma come fare? Inizia a preparare una bella confessione per celebrare la tua povertà e la grandezza di Dio. Prendi in disparte tua moglie, tuo marito e digli quanto gli vuoi bene, ditevi che il vostro amore è più grande delle difficoltà, ditevi di nuovo il vostro “si”. Prendi in disparte tuo figlio o tua figli e digli che gli vuoi bene, che è più importante del tuo lavoro, della tua stessa vita. Io da sacerdote contemplerò ancora quel bambino che nascerà per noi e rimetterò la mia vita e il mio desiderio di essere strumento per far trasparire la sua presenza. Umanamente questo può sembrare impossibile ma se ci fidiamo del Signore vedremo i nostri deserti rifiorire. La prossima volta vedremo come fare un esame di coscienza per prepararci alla confessione.

Vi saluto e benedico.

 

Don Fabrizio

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