
Spesso
si ha la tentazione che la consolazione si possa trovare altrove ma solamente
quando ci si mette in ricerca del Signore che “si fa trovare da chiunque lo cerca” si trova la consolazione vera.
E’ esaltante sentire spesso il “grazie di avermi fatto incontrare il Signore” e
vedere stampato nel viso delle persone il sorriso e la serenità dopo che hanno
varcato la soglia del tuo ufficio con il muso lungo e magari con le lacrime
agli occhi.
Se
c’è un male che rode nel cuore dell’uomo in questo secolo è sicuramente la
tristezza, per la spiritualità ortodossa è il più grave dei peccati e il più
difficile da combattere. Esso toglie la pace del cuore e toglie le energie
della vita.
Il
natale che ci porta a contemplare la nascita di Gesù deve infondere nel nostro
cuore la voglia e il coraggio di rinascere. Di far rinascere la vocazione
matrimoniale, la vocazione di madre o padre, la vocazione sacerdotale, la
vocazione speciale consacrazione. Deve consentirci di “risentirci vivere” di credere realmente alla vita, alla nostra vita
quotidiana a quella che viviamo ogni giorno.
Ma
come fare? Inizia a preparare una bella confessione per celebrare la tua
povertà e la grandezza di Dio. Prendi in disparte tua moglie, tuo marito e
digli quanto gli vuoi bene, ditevi che il vostro amore è più grande delle
difficoltà, ditevi di nuovo il vostro “si”. Prendi in disparte tuo figlio o tua
figli e digli che gli vuoi bene, che è più importante del tuo lavoro, della tua
stessa vita. Io da sacerdote contemplerò ancora quel bambino che nascerà per
noi e rimetterò la mia vita e il mio desiderio di essere strumento per far
trasparire la sua presenza. Umanamente questo può sembrare impossibile ma se ci
fidiamo del Signore vedremo i nostri deserti rifiorire. La prossima volta
vedremo come fare un esame di coscienza per prepararci alla confessione.
Vi
saluto e benedico.
Don Fabrizio
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