Ciò che mi appassiona di più nel mio ministero sacerdotale è la fede del mio popolo.
E' bellissimo ogni giorno poter vedere e quasi toccare con mano l'amore grandissimo che il popolo di Dio ha nei confronti del Signore e dei suoi Santi.
E' stato detto tante volte ma è bello ricordarlo, è la mia realtà! In Sardegna non ci sono le grandi basiliche romane ma solamente delle piccole Chiese però rivestite dell'oro più prezioso l'amore della gente che durante la storia, tante volte privandosi del necessario le hanno costruite.
La Sardegna non è ricordata per grandi poeti ma è capace di emozionare quando si ascoltano i canti di lode per i servi del Signore nei Goccius.
La Sardegna non è conosciuta neppure per aver avuto grandi compositori ma è capace di meravigliare quando nelle nostre feste si eleva il suono delle launeddas, il cui suono principalmente serviva per allietare i momenti di festa che si collegavano alla fede.
Bellissima l'esperienza che ho rivissuto in questi giorni al mio paese: Decimomannu. Per cinque giorni un paesetto di 8000 anime si riveste di fede, di devozione di amore per una giovane martire che nel 304 ha dato la vita per la fede cristiana: Santa Greca, aveva 20 anni!
Questa gioventù di fede ancora ha il coraggio di affascianare!
Quest'anno ho voluto vivere da pellegrino alcuni momenti della festa, nominato viceparroco di un paese vicino non ho potuto essere presente sempre. Ho vissuto in maniera particolarmente intensa quei pochi momenti in cui son potuto essere presente: la processione di ieri mattina, senza la preoccupazione di guidare la preghiera o di altre distrazioni che alcune volte nelle celebrazioni colgono i preti mi sono lasciato trasportare dalla preghiera. Sono andato come gli altri fedeli con il mio rosario, le mie preghiere, le mie suppliche. Anche se quando si diventa parroci o viceparroci non si è mai soli, ho portato tutta la mia comunità nel mio rosario. E' stata un'esperienza bellissima, ho potuto vedere la fede che si incrocia con l'amore.
Non ho potuto fare a meno di chiedere al Signore, per tutto il tempo, non solo la fortezza della fede come quella di Santa Greca che non rinnegò la fede nemmeno di fronte alla morte ma ho chiesto al Signore la fede semplice, quella fede che ha spinto circa 200.000 fedeli a affollare il Santuario facendo chiudere con difficoltà le sue porte per un pò di riposo nelle ore notturne.
Ci vuole un cuore semplice per comprendere quanto affetto, quanta fede, ci può essere anche in una foto da lasciare memorizzata nel cellulare.
E' un modo semplice per poter dire a Santa Greca di star vicina nella vita di ogni giorno.
Abbiamo smarrito la semplicità anche nei rapporti, nel nostro dire amore e affetto, preferiamo un sms ad un abbraccio, preferiamo una e-mail a una lettera scritta. abbiamo bisogno umanamente di riprenderci la semplicità dell'amore e quindi anche nella nostra fede.
Ecco un dono da poter chiedere al Signore, la semplicità...la semplicità di regalare un fiore, la semplicità di dire un ciao, come stai, la semplicità di un'abbraccio, la semplicità di amare, perchè se ho imparato una cosa dalla mia Sardegna è questa: E' la semplicità a rendere le cose, anche tra le più banali preziose e indimenticabili...perchè la semplicità nasce dall'amore vero.
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