Ripropongo un articoletto scritto qualche tempo fa, quando nacque la contestazione del Crocefisso nelle aule scolastiche:
Mi sono ritrovato anche quest’oggi a sfogliare e a leggere i principali rotocalchi spesso presenti nelle nostre famiglie, nelle nostre case, dopo aver visto i giornali di questa giornata che mi viene in mente di scrivere queste righe.
In prima pagina spicca la notizia che c’è stata una sentenza della Corte europea che proibirebbe l’esposizione del crocefisso nelle aule scolastiche, in nome di una libertà religiosa, che almeno in Italia non è stata mai violata, basti pensare alle giornate nella piazza del duomo in Milano è diventata come una grande moschea.
Non voglio di certo intavolare delle critiche, perché esse finiscono sempre per essere scortesie e non corrispondenti a quello spirito di fratellanza che deve in modo forte contraddistinguere il cristiano.
Guai a me se dimenticassi che il Signore Gesù è morto sulla croce per tutti gli uomini, anche per coloro che lo vogliono “cancellare” dalle scuole, dagli ospedali, ma che non lo potranno mai cancellare dal cuore dei cristiani.
Mi ha fatto molto pensare non questa notizia in particolare anche se mi lascia addolorato, ma le notizie che seguono nei giornali sulla cronaca italiana e mondiale.
E’ proprio vero che la passione di Gesù non è finita: Egli continua a soffrire nell’umanità sofferente per il peccato e per l’ingiustizia e anelante alla vera libertà.
Se si è riusciti a cancellare il volto di Cristo dai muri, non si riesce ancora a toglierlo dai volti delle persone che occupano il posto nei nostri giornali che ancora soffrono in cui il Signore si riconosce.
Il crocifisso rimane segno e speranza della nostra vita, della nostra sofferenza. Nessuno potrà mai cancellare questo perché così è voluto da Dio, e noi sappiamo con certezza che la morte di Gesù non è la fine, ma si apre sulla resurrezione: la nostra vita è illuminata dalla speranza che noi e tutto il mondo con noi saremo trasformati per essere partecipi della vita gloriosa del Signore risorto.
E allora preserviamo questo segno, “stoltezza per i pagani” e preghiamo per i nostri governanti che guardino a quel crocifisso e si decidano per formulare leggi serie sulla dignità dell’uomo, su come aiutarlo in un epoca storica che perde sempre di più il senso della vita e si butta in quella vita improducente causa del nostro fare a meno di Dio.
Come cristiani preghiamo affinché Dio Padre continui a guardare con Amore questa sua famiglia, per la quale il Signore Gesù Cristo non esitò a darsi nelle mani dei carnefici e a subire il tormento della Croce.
Mi sono ritrovato anche quest’oggi a sfogliare e a leggere i principali rotocalchi spesso presenti nelle nostre famiglie, nelle nostre case, dopo aver visto i giornali di questa giornata che mi viene in mente di scrivere queste righe.
In prima pagina spicca la notizia che c’è stata una sentenza della Corte europea che proibirebbe l’esposizione del crocefisso nelle aule scolastiche, in nome di una libertà religiosa, che almeno in Italia non è stata mai violata, basti pensare alle giornate nella piazza del duomo in Milano è diventata come una grande moschea.
Non voglio di certo intavolare delle critiche, perché esse finiscono sempre per essere scortesie e non corrispondenti a quello spirito di fratellanza che deve in modo forte contraddistinguere il cristiano.
Guai a me se dimenticassi che il Signore Gesù è morto sulla croce per tutti gli uomini, anche per coloro che lo vogliono “cancellare” dalle scuole, dagli ospedali, ma che non lo potranno mai cancellare dal cuore dei cristiani.
Mi ha fatto molto pensare non questa notizia in particolare anche se mi lascia addolorato, ma le notizie che seguono nei giornali sulla cronaca italiana e mondiale.
E’ proprio vero che la passione di Gesù non è finita: Egli continua a soffrire nell’umanità sofferente per il peccato e per l’ingiustizia e anelante alla vera libertà.
Se si è riusciti a cancellare il volto di Cristo dai muri, non si riesce ancora a toglierlo dai volti delle persone che occupano il posto nei nostri giornali che ancora soffrono in cui il Signore si riconosce.
Il crocifisso rimane segno e speranza della nostra vita, della nostra sofferenza. Nessuno potrà mai cancellare questo perché così è voluto da Dio, e noi sappiamo con certezza che la morte di Gesù non è la fine, ma si apre sulla resurrezione: la nostra vita è illuminata dalla speranza che noi e tutto il mondo con noi saremo trasformati per essere partecipi della vita gloriosa del Signore risorto.
E allora preserviamo questo segno, “stoltezza per i pagani” e preghiamo per i nostri governanti che guardino a quel crocifisso e si decidano per formulare leggi serie sulla dignità dell’uomo, su come aiutarlo in un epoca storica che perde sempre di più il senso della vita e si butta in quella vita improducente causa del nostro fare a meno di Dio.
Come cristiani preghiamo affinché Dio Padre continui a guardare con Amore questa sua famiglia, per la quale il Signore Gesù Cristo non esitò a darsi nelle mani dei carnefici e a subire il tormento della Croce.
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