MA SONO FELICE?


Ogni qual volta mi ritrovo a scrivere su questo argomento, perché mi viene suscitata la domanda, non nascondo un po’ di tremore.
La felicità è la vocazione fondamentale dell’uomo.  Il mio discorso si fonda essenzialmente sul fatto che l’uomo non solo è stato creato da Dio ma da Lui è chiamato in un continuo dialogo di amore. Chi non accetta questo non può capirmi...
Ma andiamo per ordine …
Mi affascina sempre un brano del Vangelo: un ragazzo si avvicina a Gesù e gli fa una domanda “ Che devo fare per avere la vita eterna?” In quella domanda di  “vita eterna” c’è una richiesta di pienezza di vita, di realizzazione di se stessi, di felicità.
La risposta di Gesù si fa repentina “ Se vuoi entrare nella vita osserva i comandamenti”.
Ma come può un comando darmi la vita in pienezza quando sembra che invece limiti il mio modo di agire, di pensare e la mia felicità?
Il decalogo è donato all’uomo da Dio sul monte Sinai. In quel momento Dio  particolarmente entra nella storia, entra anche nella mia storia.
 Essi sono essenzialmente segno dell’amore infinito di Dio che ci aiutano alla vera libertà e all’amore vero, segno della premura di Dio sulla mia vita.
Ne faccio esperienza ogni giorno, quando mi allontano da Dio inevitabilmente si allontana la felicità e la vita mi sfugge di mano. Come uomini siamo sempre tentati che la vera libertà sia data dall’autonomia pura, su una autonomia in cui io decido cosa è buono, cosa è giusto, cosa mi rende felice.
Questo spesso provoca di  ritrovarci dominati da sentimenti di egoismo, di potere di trovarci affamato da piaceri che colmino la nostra solitudine, la nostra sete di tranquillità il nostro cercare di essere felici, fino a farci percorrere sentieri tristi che conducono non alla vita ma alla morte. Ci accontentiamo dei surrogati della felicità o addirittura da altro che sembra prometterci una realizzazione immediata lasciandoci l’amarezza e solamente un pugno di mosche.
Dio ci fa dono di se stesso, si lascia inchiodare sulla croce per dimostrarci che ci ama, di un amore vero. Ci ama nonostante il nostro peccato, ci ama nonostante molte volte noi lo mettiamo da parte.
L’accoglienza dell’amore infinito di Dio provoca nell’uomo felicità, non annulla il dolore ma lo fa percepire come occasione per amare di più. Una grande testimone Madre Teresa di Calcutta ci insegna essenzialmente questo. Una donna capace, di una cultura elevata che poteva certamente essere una grande insegnante, decide ad un certo punto che è meglio seguire radicalmente il Signore, decide di scommettere tutta la sua vita su Dio. E quando mai l’abbiamo vista triste? Il suo sorriso sempre ci sorprende, sempre ci edifica e ci sprona a seguire quella strada da lei tracciata.
Forse il Signore non ti chiede di essere come Madre Teresa, ma come a lei ti chiede di fidarti è il primo passo per conquistare quella gioia piena che ogni giorno l’ha fatta sentire di vivere una vita piena.
E’ l’augurio che mi faccio, che ti faccio … siamo al primo passo … impara e medita di comandamenti …


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