ARTICOLO PER IL GIORNALE DI QUARTIERE NEAPOLI DELLA PARROCCHIA BEATO GIOVANNI XXIII A MEZZOCAMMINO- ROMA


Maestro buono che devo fare per avere la vita eterna?”

è la domanda che il giovane ricco fa a Gesù ma

è anche la domanda fondamentale di ognuno di noi. Quel desiderio

di vita in pienezza è desiderio di ogni uomo. È stata

anche la mia, che ha messo in discussione tutto ciò che ho

fatto e sono. Sono vissuto a Decimomannu, paese ricco di fede.

La domanda personale sul cosa dovevo fare da grande si

è incontrata con l’esperienza di fede. Una volta il Vescovo di

Cagliari, Giuseppe Mani, giunse al mio paese e disse “Dio ha

per ognuno di noi un progetto… c’è la vocazione del matrimonio

e la vocazione di donare a Dio tutto se stesso…” Io nel

mio futuro mi vedevo padre di famiglia ma non ho mai visto

l’idea del sacerdozio come aliena, i preti che ho incontrato

me ne hanno dato un’alta concezione. A fine discorso si

avvicinò, mi diede il suo numero di cellulare e con fare sicuro

mi disse “chiamami, vediamo che vuole da te il Signore”.

Iniziai un percorso di fede, di vero incontro con Dio. Ero fidanzato

e la scelta del sacerdozio sembrava la più remota

ma il Signore “mi ha sedotto e io mi sono lasciato sedurre”.

Presi la decisione di lasciare tutto e entrai in seminario. Perché?

Perché nasceva in me il desiderio di essere prete.

Nel 2006 fui accolto in seminario a Cagliari. I miei genitori

seppur cristiani non avevano approvato. Probabilmente erano

sicuri che sarei tornato presto a casa. Da quel giorno, quel

desiderio incerto si è fatto chiaro. Nel 2008 il vescovo mi

mandò a Roma, al seminario romano. Oggi comprendo la responsabilità

di essermi formato nel cuore della cristianità.

La vita del seminario mi ha portato in vari luoghi:

parrocchie, carcere, Germania, seminario

lombardo, ma soprattutto ad incontrare la vita

di molti.

Non ho parole per ringraziare Dio e il vescovo

che ha creduto in me e mi ha spinto a guardare

oltre. Non ho mai pensato di tornare indietro,

nonostante numerose difficoltà quali vedere

poco la famiglia e gli amici, la solitudine

delle sere passate in seminario. So che già in

quelle esperienze ad attendermi c’era Colui che

mi aveva chiamato. Può sembrare assurdo ma

se illuminato dalla fede assume una realtà e

una verità somma. Una verità e bellezza che ho il dono di

condividere con voi.


Benedicendo tutti voi.

don Fabrizio

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